Page 24 - il viaggio dello zinco
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22 cedono l'inizio del lavoro, essendo i luoghi di scavo per lo più distanti dagli abitati. Tipico è il caso dei minatori di Premolo che debbono fare ben cinque ore di strada a piedi prima di ini- ziare la loro quotidiana fatica... ". Ma era così anche per gli altri paesi: c'erano minatori che partivano da Zambia Alta (Oltre il Colle), da Oneta e anche da Riso di Corno per raggiungere i cantieri sul monte Grem (al "Sette" o al "Nove") e d'inverno poi con la neve il disagio era an- cora maggiore. Non solo gli uomini lavoravano duramente nelle miniere ma anche le donne ed i bambini: "le taissine" e i "galècc di taissine". "Taissine", erano chiamate così le cernitici di minerale, ovvero le donne che lavoravano all'esterno delle miniere. I ragazzi più giovani con ru- dimentali gerii, caricati dai minatori, portavano in su- perficie il materiale che deponevano sui "piazzali" Taissine a! lavoro (spazi pianeggianti appositamente costruiti agli imbocchi delle miniere), dove le "taissi- (anni '30) ne" effettuavano il lavoro di cernita, separando il minerale dallo sterile con l'uso di ap- positi martelli. Era un lavoro sicuramente faticoso ed esposto alle intemperie, in modo particolare con il freddo che riduceva le mani a pezzi di ghiaccio. Sui piazzali queste la- voratrici venivano aiutate nella cernita del minerale dai "galècc di taissine", fanciulli al di sotto dei dieci anni. Dopo pochi anni questi erano promossi "zerleste" ossia portatori di gerii; successivamente facevano carriera, diventando minatori veri e propri. Già nella seconda metà del XIX secolo nelle miniere della Valle del Riso lavoravano le "taissine": nella già citata "Monografia della Provincia di Bergamo", l'autore, senza in- dicare l'anno (si presume il 1885 o 1886) scrive che nella miniera di Costa Jels erano occupate 36 di queste lavoratrici sopra i 14 anni, mentre nessuna era occupata nella concessione di Casa Conti. Donna Paola nella rivista "Ars et Labor" del 15 aprile 1906 nel descrivere le miniere della Valle del Riso ricorda che "la Società occupa anche attualmente un numero considerevole di ope- rai. Ne ebbe sino a 850, comprese 150 donne, queste adibite tutte alla cernita del materiale sui Piazzali e nelle Laverie". Nel 1937 le "taissi- ne" gornesi alle dipendenze della Vieille Montagne erano ancora 35. Taissine alla mensa Queste lavoratrici alla metà degli anni '30 vengono spostate dai piazzali degli im- (anni '30) bocchi delle miniere alle laverie; alcune vi lavorarono fino ai primi anni '50. D'inverno il loro lavoro iniziava alle 8 e terminava alle 16,30 (i minatori dalle 7 alle 17), mentre in estate dalle 7,30 alle 16,30. Avevano un'ora di riposo dalle 12 alle 13. La loro paga gior- naliera era inferiore a quella dei minatori; nel 1933 era di Lire 4 sino a 18 anni e di Lire 5,50 se oltre i 18 anni, mentre quella del minatore ammontava a Lire 11,80. Erano co- munque tante le donne occupate nelle miniere di zinco in Italia; nella sola Lombardia, prendendo ad esempio l'anno 1902, ve ne lavoravano 273 di cui 26 sotto i 15 anni... al- cune di loro avranno sicuramente iniziato come "taissina". Nel 1879 in località Costa Jels si era iniziata un'attività per la "confezione di pietre coti", ossia le pietre per affilare la falce. E' un' attività durata poco tempo, comunque come si ricava dai documenti dell'epoca, vi erano occupati circa quaranta operai, la maggior parte donne, che anche lì lavoravano con un martello, ma non quello delle "taissine".
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