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Miniera Belloro La concessione si trovava nei comuni di Gorno e Premolo, in una fascia allungata in direzione Est- Ovest, dal thalweg della Val Nossana a quello della Valle dei Crappi. Confinava a Sud con la concessione Casa Conti, estendendosi a Nord per una larghezza di 1-1,5 Km oltre le Cime di Belloro e la Vall 'Acqua fino alla baita omonima e alla località Casa Lova. Si distinguevano tre principali regioni: Belloro p.d., Maddalena, Forcelli-Grina. Le coltivazioni iniziarono nel 1870 dal Richardson nella regione Belloro (sul versante destro della Valle Nossana). Venne scavata la discenderia Belloro1 di 450 metri, che ben presto presentò il problema della ventilazione e dell'eduzione delle acque, temporaneamente risolto nel 1886 dall'incontro di una grande spaccatura naturale e, in seguito, con l'impianto di ventilatori e pompe. Ai due lati della discenderia Belloro si aprirono i cantieri Avvenire, Speranza, Telefono e Pozzo Paolo; sopra alla discenderia si aprirono le gallerie di ricerca Belloro 2 e Belloro 3,4 e 5. Nella regione Maddalena, a Ovest della regione Belloro, si scavò il ribasso Vanghino a 1000 m di quota e il ribasso Maddalena. Nella regione Forcelli-Grina vennero coltivati il cantiere Forcelli, il ribasso Grina nel 1889 e la galleria sotto Ribasso Grina. Per il trasporto del minerale fu impiantata una ferrovia a livello lunga 1800 m ed alcuni telefori in serie raggiungendo così la laveria ed i forni di Oneta. La miniera, che dopo la crisi generale del 1921, passò dalla Crown Spelter Company alla Vieille Montagne, proseguì la produzione per alcuni anni. Nel 1940 passò all' A.M.M.I.. Attraversò, in seguito, un periodo di inattività finché nel' 48 si eseguirono grandi lavori di ricerca. Passò successivamente al Gruppo Miniere Val Seriana. Miniera Grina Golla Spiazzi. La concessione era situata nei comuni di Gorno, Oneta e Premolo, in regioni elevate, dall' alto della Valle dei Crappi alle Cime di Grem e dei Fopazzi. Fu dichiarata scoperta dagli eredi del Sileoni nel 1877 e data in concessione al Richardson nel 1880. I primi scavi furono compiuti in trincea con pochi lavori di galleria, tra questi si ricorda la galleria Cantulli. Dopo un periodo di abbandono ripresero i lavori nella prima metà del '900 che non diedero però i frutti sperati e portarono all' abbandono della concessione sia per la scarsità del minerale che per le condizioni logistiche poco favorevoli. Miniera Costa Jels La concessione era limitata a Nord-Est,Est e Sud-Est dalle concessioni Grina Golla Splazzi, Belloro e Casa Conti; il confine era posto sulla destra del torrente Riso, in località Burrone dei Selvatici e seguendo il thalweg girava intorno a Oneta costeggiando ancora il Riso fm sotto la frazione Cantoni, risalendo poi sul versante sinistro fino al territorio di Grina Golla SpIazzi. La miniera era molto estesa in direzione Nord-Sud ed erano note tre principali regioni: Costa Jels, Val Preti e Gremme. In seguito se ne aggiunse una quarta detta Laurium. Nella regione Costa Jels ebbero inizio le coltivazioni fin dal l860 ed in essa si trovarono svilup- patissimi i lavori antichi che servirono da guida alle nuove coltivazioni. I lavori proseguirono ininterrottamente prima sotto il Sileoni e, in seguito con il Richardson e la Crown Spelter. Furono trovate anche quantità importanti di galena. I primi scavi furono effettuati a cielo aperto; seguirono le opere in galleria tra le quali ricordiamo i cantieri Vall'Orso con i ribassi da l a 9, i cantieri Accidenti, Casa Bosio, Allacca, Scandinavia, Annibale e il ribasso Foppello. Primi segnali di esaurimento si ebbero verso il l 890. Sulla destra del torrente Riso, di fronte allo sbocco della Valle dei Crappi venne aperto il cantiere Burrone dei Selvatici. La regione Val Preti comprendeva la parte bassa della miniera situata sulla destra della Vall'Orso, in questa zona i lavori iniziali comprendevano i cantieri Balletto, Crispi, Val Preti ed il ribasso Grimaldi. I lavori rallentarono nel l890 e vennero sospesi per lungo tempo. Nel l902 vennero aperti, in aggiunta ai ribassi Val Preti già esistenti, gli omonimi n°4 bis e n°5. Più in alto si aprirono poi il VaI Preti n°6 e n°7; il VaI Preti n°0 era il più basso, a pochi metri dal thalweg del Riso; si copriva così un dislivello totale di 600 metri.
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