Page 18 - le miniere di zinco della lombardia rmi3-92-4-92
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Calcite: spatica è sparsa un po' dovunque. In cristalli grandi di solito da 2 a 6 mm è talora presente nelle geodi associata ad altri minerali. Artini osservò cristalli con costante abito romboedrico: vi determinò la presenza delle forme { 111} {l00 } {311} {110} {111} di cui l'ultima, predominante, si presentava con facce curve, ondulate e fortemente rugose. E' stata trovata anche in cristalli scalenoedrici oppure (Monte Trevasco) prismatici esagonali, tabulari secondo la base e con facce imperfette, di colore bianco, abbondanti come rivestimento di fratture della roccia. Calcopirite: E' segnalata in particolare a Monte Trevasco in venette microscopiche nella sfalerite, in forma di gocce o listerelle lungo i piani di sfaldatura dello stesso solfuro, come prodotto di smistamento. Cerussite: è il minerale secondario di piombo più diffuso. I cristalli possono raggiungere anche i 5 mm e più di sviluppo. L'abito dei cristalli è variabile: si può rinvenire sia in individui prismatici più o meno allungati che in cristalli tabulari secondo {010}. Costante è solo la geminazione secondo una faccia di {100}. Per lo più si tratta di due individui prismatici un po' allungati, che formano un geminato di contatto. Talora è possibile trovare dei trigeminati, altre volte si osservano cristalli con abito piramidale tra loro compenetrati a dare un complesso pseudoesagonale. Emimorfite: di solito si presenta in croste, in masse ad aspetto terroso oppure concrezionate di colore brunastro. Era però facile trovarla in bei cristalli nitidamente definiti, tabulari secondo {010} Sono frequenti gli aggruppamenti paralleli o a ventaglio che costituiscono, nell'insieme, un brillante rivestimento delle cavità. Le dimensioni dei cristalli raggiungono anche i 6-7 mm. I cristalli più grandi pare provenissero in particolare dalla miniera di Monte Trevasco. li colore può mancare oppure variare dal giallino al rosso ocra o presentare deboli tinte azzurre o verdine. Fluorite: è piuttosto rara, in granuli e passerelle di colore da azzurro a violetto. E' segnalata a Monte Trevasco già dal Jervis dove si trovava anche in piccoli cristalli cubici di colore viola nella zona di Monte Alino. Galena: è presente in aggregati granulari molto fini a formare noduli a contorno irregolare; addensamenti di granuli si trovano anche alla periferia dei noduli di sfalerite. Gesso: questo minerale si presenta di solito in masserelle lamellari. incolori e trasparenti, che solo di rado mostrano qualche contorno cristallino. E' stato però trovato in cristalli limpidi e incolori anche assai belli, nel gesso compatto oppure nelle cavità della smithsonite. Greenockite: piccole quantità sono presenti sul.la sfalerite sotto forma di patine terrose di colore giallo vivo (ad esempio al livello Zan di Monte Trevasco). ldrozincite: forma patine di colore biancastro oppure croste, concrezioni e masse mammellonari o stalattitiche, queste ultime anche con struttura fibroso-raggiata o terrosa. di colore bianco o verde pallido. L'idrozincite è sovente intimamente associata a smithsonite, emimorfite, cerussite, auricalcite e wulfenite, i quali spesso si trovano impiantati su di essa. ldrossidi di ferro: Si rinvengono come pseudomorfosi su cristalli di pirite; è segnalata in concrezioni di colore bruno con argilla, nelle cavità della dolomia o in patine terrose gialle negli interstizi mamosi nerastri della stessa dolomia. Linarite: è segnalata come rarità in microcristalli di colore azzurro in associazione con minerali secondari di zinco e piombo. Malachite: è minerale poco comune, segnalato sulla smithsonite al livello Alfa di Monte Trevasco. Marcasite: è stata trovata a Monte Trevasco in piccole quantità associata a pirite. In sezione lucida i cristalli sono geminati poli sinteticamente anche se non mancano cristalli singoli. Minerali tipo montmorillonite-illite: sono i costituenti essenziali degli straterelli argillosi chiamati localmente "tufiti" che servono come orizzonti guida per individuare i limiti delle mineralizzazioni. I campioni provenienti da Monte Trevasco e sottoposti ad analisi termica differenziale supportata da