Page 49 - il viaggio dello zinco
P. 49
LE LAVERIE i sono citate spesso le laverie, impianti dove i minerali di piombo e zinco venivano frantumati, macinati e flottati con acque e acidi separando il me- tallo dallo sterile. Cercherò di darne una descrizione dettagliata impianto per impianto. LAVERIA DI ONETA, CHIAMATA ANCHE LAVERIA N. 1 Che a Oneta esistesse già una laveria, costruita probabilmente agli inizi o alla metà degli anni '80 del XIX secolo (non si sa se dalla "Richardosn" o dalla "The En- glish Crown Spelter"), lo si desume da una relazione dell'anno 1892. Proprio in quel- l'anno la "Spelter" inizia infatti i lavori per la costruzione della laveria n.l. Nella re- lazione si legge che "si diede principio di una nuova laveria, nella Valle del Riso, destinata al trattamento delle grandi masse di terre calaminari accontiate a Costa Jels... Quest'officina permetterà pure la coltivazione di parecchi giacimenti di calamina povera, già riconosciuti, dai quali non è possibile ricavare minerali di cernita mentre possono essere utilizzate coll'arric- chimento alla laveria".& Laveria di Oneta La laveria del tipo a gravita fu costruita quindi per il trattamento del grezzo cala- (fineanni '40) minare; dopo parecchi anni, trattò pure il minerale blendoso. Nell' anno 1902 la lave- ria non funzionò per 208 giorni per mancanza di ac- qua. Nel 1909 la stessa venne dotata di un mulino a cilindri e di quattro tavole a scossa, mentre nel 1911 è la volta di un mulino ad asse verticale per la ma- cinazione del rifiuto dei crivelli da arricchirsi con le tavole a scossa. Quando la "Vìeille Montagne" subentra alla "The English Crown Spelter" rinnova completa- mente la laveria; infatti negli anni 1925/1926 la am- plia e vi apporta modifiche sia nei macchinari che nel ciclo di lavorazione, entrando in piena attività nell'aprile del 1927. La potenza di lavorazione pas- sa da 40 tonnellate a 90 in 8 ore. Una grande tra- moggia con una capacità di 300 tonnellate per mez- zo di una teleferica riceve il minerale dai cantieri al- ti della miniera "Riso" e da quelli di "Costa Jels" e per mezzo di due piani inclinati quello proveniente dai cantieri bassi della miniera "Riso". Dalla relazione dell'anno 1927 si apprende che i minerali di calamina vengono immagazzinati in un silos e da qui caricati automaticamente su dei va- goncini e trasportati "col piano inclinato automotore Rinascente" alla galleria "Riso" dalla quale sono portati nella tramoggia del forno "Oxland" per la calcinazione. Successivamente la calamina calcina- ta viene messa in un altro silos dal quale poi viene 'Sl Rivista del servizio minerario, anno 1892.