Page 7 - le miniere di zinco della lombardia rmi3-92-4-92
P. 7
Laverie e forni Fin dal secolo scorso, in seguito all'aumento dell' estrazione del minerale di zinco e piombo dalle miniere della Lombardia, si rese necessaria l'installazione di impianti di trattamento del "tout- venant" nelle vicinanze dei cantieri d'origine. La laveria Il Riso Il fu impiantata dalla Crown Spelter Co. per arricchire le terre calaminari , i minerali poveri di zinco ed i minerali di piombo. Il minerale subiva una prima cernita “al martello” sul piazzale; il ricco veniva inviato direttamente ai forni, il povero veniva trattato nella laveria; qui il minerale, ridotto alle dimensioni di 50 mm., veniva ulteriormente macinato. A questo punto i frammenti grossi venivano scelti a mano, il minuto veniva passato con crivelli filtranti. I fanghi venivano separati tramite tavole a scosse. Il materiale in entrata aveva un tenore del 18 - 20°%, quello in uscita del 30-31 %. Lo scarto costituiva 1'8-l0%. Dalla lavorazione si ottenevano anche piccole quantità di minerale piombifero, che venivano accumulate a parte. La laveria era mossa da una turbina da 37 kW e da un motore elettrico da 26 kW che sfruttava la centrale elettrica di Val Nosseda. Questa laveria era in grado di trattare 12000 tonnellate di materiale all'anno La laveria” Fucina Conti “ fu ultimata dalla Crown Spelter Co. nel 1891. La forza motrice veniva fornita da una turbina Girard di 44kW. La laveria poteva trattare fino a 40 tonnellate di tout-venant al giorno. Per evitare arresti dovuti alla mancanza d'acqua, venne costruito un bacino da 1500 metri cubi. La laveria " Brembo” venne costruita dalla Società Austro-Belga presso Orbrembo, ed entrò in funzione nel 1899. Per diminuire il peso del materiale concentrato, veniva eseguita una calcinazione tramite forni a tino (per materiali più grossolani) oppure tramite forni a caduta o a mescolamento automatico (per il "minuto"). Questo processo causava una perdita di peso pari al 10% nel silicato, al 30% nel carbonato; inoltre rendeva possibile una seconda cernita del materiale. I primi forni che vennero utilizzati per il materiale "minuto" furono quelli" a riverbero" i quali comportavano una spesa eccessiva per il combustibile. In seguito vennero adottati forni "a caduta e a mescolamento automatico" come il forno rotativo Oxland ed il forno a gravità con tramogge Cermak-Spirek. Il primo forno di quest'ultimo tipo venne messo in opera dalla Crown Spelter Co. nel 1901 nei pressi della laveria " Riso. In seguito gli impianti per la lavorazione del grezzo vennero ridotti a tre: due laverie gravimetriche ed una a flottazione; questi impianti entrarono in funzione prima del 1949. La prima laveria gravimetrica era quella di Oltre il Colle, con una capacità di 150 ton /giorno, utilizzata per arricchire il grezzo proveniente dalla Val Brembana. La seconda laveria gravimetrica era quella di Oneta che, con una capacità di 200 ton /giorno, arricchiva il materiale proveniente dalla Val Seriana. La laveria a flottazione, chiamata “laveria Il Riso”, era situata nei pressi di Gorno e veniva utilizzata per la flottazione selettiva dei solfuri di zinco e di piombo estratti dai cantieri dell'intero Gruppo; la sua capacità era di 120 tonnellate di tout-venant al giorno. In seguito si sentì la necessità di centralizzare il trattamento del minerale dell'impianto di flottazione di Riso. Ciò venne attuato nel 1952, quando la laveria in questione fu potenziata fino a una capacità di trattamento dei 700 ton. giorno. Da questo momento in poi i metodi gravimetrici vennero abbandonati. L'impianto fu adattato per il trattamento di solfuri e carbonati di piombo, solfuri, carbonati e silicati di zinco. L'impianto di flottazione comprendeva tre circuiti: a) Circuito di flottazione del tout-venant piombifero: era composto da due ventilatori e quindici celle di separazione. In questo circuito si recuperava il carbonato di piombo. b) Circuito di flottazione della blenda era costituito da due ventilatori e da quattordici celle di separazione.