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DALL’EPIfANIA ALLA CROCE I Greci utilizzavano il termine per indicare l’azione o la manifestazione di una divinità mediante miracoli, vi- sioni, segni, ecc. . Nel linguaggio contemporaneo la solennità dell’Epifania del Signore è una festa cristiana, che cade il 6 gen- naio e che celebra l’avvenimento della visita dei Magi alla grotta di Betlemme; è una nota scena biblica che riassume un signifcato teologico molto importante: essa rappresenta la prima manifestazione della divinità di Gesù alle genti, ai pagani, a coloro che erano estranei al popolo di Israele, all’intera umanità. E anche noi siamo parte dell’umanità. Per il desiderio di manifestare a tutti questa festa , da diversi anni nelle Comunità della nostra Unità Pastorale era in uso far giungere tre cortei con i 3 Magi da diverse Parrocchie, per confuire tutti nella quarta dove atten- deva la Sacra Famiglia. Quest’anno è stato introdotto un cambiamento: si è voluto dare maggior risalto alla manifestazione di Cristo nella Santa Messa, una manifestazione straordinaria, che fatichiamo a realizzare nella sua reale potenza, una manifestazione alla quale abbiamo la fortuna di poter assistere almeno settimanalmente, ma volendo anche quotidianamente, e che spesso non valorizziamo. E’ stata quindi proposta un’unica Messa domenicale del mattino, quest’anno a Oneta, per le 4 comunità. A solennizzare e rendere particolare la cerimonia c’è stata appunto la presenza di parrocchiani delle 4 Comu- nità, della corale di Gorno che ha animato la liturgia e la partecipazione dei tre Magi, uno per ciascuna delle Parrocchie ospiti. Questi ultimi hanno portato all’altare i loro doni nel momento dell’offertorio, aiutandoci a richiamare alla mente l’episodio narrato dai Vangeli. La Chiesa di Oneta non è grandissima, ma era abbastanza piena di gente, questo ci ha fatto sentire uniti e in cammino verso un Dio Bambino apparentemente facile da accogliere. Dopo la Santa Messa un aperitivo in oratorio ha unito tutti in modo conviviale. Ora che si avvicina la Settimana Santa, speriamo di non aver perso la memoria e di saper ancora riconoscere quel Gesù Bambino che ci ha inteneriti anche nel momento in cui si manifesterà come Cristo maltrattato e Crocifsso, per poter continuare a restargli fedeli anche nel momento più diffcile. PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE Un pellegrinaggio non l’avevo mai fatto e non sapevo cosa aspettarmi. Da subito ho capito che mi avrebbe portato due cose: la serenità, deri- vante dal cammino che andavamo a fare, e la pa- zienza, derivante dalle di- versità che in un gruppo necessariamente ci sono. Medjugorje non è un po- sto che ti lascia indiffe- rente. Innanzitutto per una questione visiva. La prima cosa che vedi è la chiesa bella e impo- nente con i suoi due cam- panili. Entri e vedi molta gente silenziosa radunata 7
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