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che la parete era già stata in precedenza affrescata e molto probabilmente con la medesima scena dedicata all’ “Ultima Cena”. Si può avanzare perciò l’ipotesi che la piccola comunità di Gorno abbia chiamato il pittore a dipingere un nuovo affresco sopra quello già esistente, che per qualche ragione si danneggiò o si rovinò in modo così grave da dover far reintegrare la scena all’interno del ciclo pittorico preesistente. Del Maestro di Sommacampagna si contano altre sei realizzazioni dell’ “Ultima Cena”, eseguite durante tutto l’arco della sua produzione e che seguono un’impostazione schematicamente molto simile. Una lettura attenta di alcuni dettagli e la vicinanza geografca permettono però di accostare l’affresco di Gor- no alla versione dell’ “Ultima Cena” presente nella chiesa di San Bartolomeo e Gottardo a Branico di Costa Volpino, ipotesi confermata anche dalla Dott.ssa Fausta Piccoli, docente dell’Università degli studi di Verona nonché coautrice con Nicola Zanotti di una delle monografe più complete dedicate all’artista, che oltre a vali- darne l’attribuzione inserisce l’affresco nella prima produzione dell’artista, come nel caso di Branico, risalente agli anni sessanta del trecento. La nuova attribuzione diventa quindi di duplice importanza: aggiunge un importante tassello all’interno della storia artistica di Gorno, testimoniando come di fatto la chiesa di San Giovanni, a metà del trecento, fosse già esistente e punto di riferimento per la comunità, oltre che diventare opera fondamentale per capire l’evolversi del percorso itinerante del pittore e delle tracce da lui lasciate in area bergamasca. Emiliano Stefenetti Bibliografa: “Il Maestro di Sommacampagna - Vicende di una bottega itinerante tra Trentino Lombardia e Veneto nel Secondo Trecento” di Fausta Piccoli e Nicola Zanotti. Editore: Nitida Immagine - Cles (Tn), 2012. 23