Page 99 - il viaggio dello zinco
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IL VIAGGIO DELLO ZINCO 97 Per quanto riguarda lo stabilimento di Ponte Nossa l'E.G.A.M. così si esprime: "in rapporto alla sita limitata potenzialità (30 mila tonnellate annue) consente di produrre con perdite relativamente contenute" e continua prevedendone una riconversione: "gra- dualmente verranno fermate le fasi di produzio- ne primaria per dare luogo allo sviluppo delle lavorazioni secondarie e di quelle dei prodotti in caduta (leghe, laminati, polveri, ossidi, ecc.)". Le amministrazioni comunali locali e i sindacati tentano di bloccare questo se- condo piano, cercando di riconsiderare quello precedente; a tale proposito fanno intervenire la Regione Lombardia presso il Ministero delle Partecipazioni Statali. La risposta del ministero, datata 9 gen- naio 1974, non è rassicurante; conferma che vi era stata in pre- cedenza la promessa di realizzare in Val del Riso "un'iniziativa per Sopra: Stabilimento: la produzione di filo e re- si stanno formando te zincate, iniziativa che i pani di zinco (1953) figura approvata dal Ci- pe nel 1971 " ma che "fi- nora non ravvisa l'esi- genza di provvedere alla realizzazione del com- plesso perché la chiusura delle miniere, alle quale A lato: deve essere legato il nuo- Stabilimento: vo insediamento, è stata prodotto finito, rinviata sine die". zinco elettrolitico primario (99,99% La crisi continua. dì purezza, 1953) Nella miniera dal 1967 al 1971 si sono persi altri 188 posti di lavoro; nel 1972 gli occu- pati sono 180 e si stabilizzano su tale quota fino al 1977. Nel mese di dicembre 1976 l'E.G.A.M. mette in liquidazione le proprie aziende. Nel 1977 è lo stesso ente ad essere sciolto; il Ministero delle Partecipazioni statali affida al- l'È.N.I. (Ente nazionale idrocarburi, istituito nel 1953) il settore minerario, pertanto il gruppo A.M.M.I. passa a questo ente che costituisce una nuova società denominata S.A.M.I.M.. Nel 1978 la nuova società per quanto riguarda lo stabilimento prevede: • un impianto per il trattamento dei fumi di acciaieria dei forni elettrici ubicati nelle province di Milano e Brescia; • l'utilizzazione di linee elettriche per la produzione dì biossido di manganese; • altre produzioni di ossidi e sali di zinco derivanti dalla lavorazione di materiali di ricupero; • la possibilità di alimentare lo stabilimento con materie prime di recupero alternati- ve, al fine di eliminare il costoso trattamento della calamina al forno Humboldt; • la diversificazione produttiva dei metalli primari di zinco e cadmio in ossidi, polve- ri e composti.
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