Page 22 - N172 OTTOBRE019
P. 22
A ONETA SULLE TRACCE DEL MORONI A ONETA L’estate seriana è stata attraversata giosa. Alla metà del XVI secolo, in da un evento importante, perché non piena età controriformista, i dettami capita tanto frequentemente che i ri- della chiesa per la raffgurazione dei fettori dell’arte siano indirizzati al soggetti sacri si fecero sempre più nostro piccolo contesto valligiano. stringenti e l’artista di Albino dimo- L’occasione per questa attenzione strò di sapersi districare tra gli obbli- prolungata viene da un evento che ce- ghi cattolici e un’esigenza di innova- lebra Giovan Battista Moroni, pittore zione che attraversava le Alpi con il di origine albinese e tra i più grandi vento della Riforma protestante, or- artisti del Cinquecento italiano. Non mai giunta fno a Bergamo. E proprio si sono attesi i cinquecento anni dalla negli anni Cinquanta e Sessanta del nascita, che d’altro canto non sareb- Cinquecento, come attestato dalla be stato facile collocare data l’ine- cospicua documentazione, l’operato sattezza dei documenti natali, ma si di Moroni si estese lungo il territorio è scelto questo 2019 perché anche la della provincia bergamasca, con la Frick Collection di New York, mu- realizzazione di pale d’altare e gran- seo formidabile per le sue collezioni di tele a carattere religioso per chiese europee, ha scelto di incentrare sul e ordini devozionali. Questo spiega nostro conterraneo una prestigiosa come oggi la Val Seriana possa van- mostra. Già la Royal Academy of tare un importante numero di opere Arts di Londra aveva dedicato una di questo straordinario interprete retrospettiva monografca al Moroni, locale dell’arte italiana del tempo, delle confsche napoleoniche, e poi sul fnire del 2014. seguendo un percorso che si snoda confuita nelle collezioni dell’Acca- dalla nativa Albino a Fino del Monte, demia Carrara di Bergamo, che l’ha Per spiegare tale e tanta centralità bisogna comprendere di trovarsi di da Ranica a Parre, da Villa di Serio a gentilmente concessa in prestito per fronte a uno dei maggiori ritrattisti Fiorano, da Nembro fno a Gandino l’occasione. di tutti i tempi. Moroni determinò e alla nostra chiesa parrocchiale di Anche Oneta, dunque, vanta un lo sviluppo di una tradizione pittori- Oneta. prezioso lavoro del Moroni. Si tratta ca lombarda fortemente innovatrice L’idea di «Sulle tracce del Moroni in più precisamente della pala posta nell’ambito del ritratto, assumendo Val Seriana» è stata, quindi, quella oltre l’altare della parrocchia di Santa la lezione del suo maestro, il brescia- di allestire un percorso itinerante, Maria Assunta e tratta, per l’appunto, no Moretto, e la ricerca introspettiva una guida morbida che, adattandosi il tema dell’Assunzione della di Lorenzo Lotto, il grande venezia- alle esigenze di noi seriani e dei Vergine in cielo. La corrispondenza no a lungo operante in terra orobica, turisti lungo la nostra valle, desse del soggetto con la ricorrenza che mitigò mescolandole a quel con- la possibilità di girovagare tra i mariana a cui la chiesa è intitolata creto naturalismo che, molto più tar- borghi e le parrocchie del medio e fa credere con forza che l’opera, a di, avrebbe portato alla massima ade- basso Serio, alla ricerca di opere di cui fanno già cenno documenti di sione alla realtà, tra Sei e Settecento, prim’ordine nella storia dell’arte, metà secolo, sia stata commissionata del brembano Carlo Ceresa, del fa- a cui troppo spesso capita di non al pittore di Albino proprio per la moso Evaristo Baschenis e di Vittore badare. L’iniziativa prende le mos- nostra parrocchiale. Un soggetto, Ghislandi, meglio noto come Fra se dall’esposizione temporanea quello dell’Assunta, su cui Moroni Galgario. Tuttavia, a fanco all’am- a Gandino della «Deposizione di tornò a più riprese nella sua carriera, pia produzione ritrattistica, l’opera Cristo nel sepolcro», opera sottratta lasciando dipinti dello stesso tema del Moroni si plasmò anche attorno dalla locale chiesa di Santa Maria anche a Cenate Sopra, a Palazzago e ad un vasto nucleo di pittura reli- delle Grazie nel 1798, all’epoca presso il monastero femminile di San 22