Page 75 - il viaggio dello zinco
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"TEGN DE CÙIMT i SCARPE Icuni emigranti con il risparmio del duro lavoro, oltre a sovvenire alle ne- A cessità primarie della famiglia, acquistavano la casa o la stalla, così quan- do ritornavano a casa potevano dedicarsi ai lavori di campagna ed all'al- levamento del bestiame. A. Bonzano nel libro "La Valle Seriana" edito nel 1905 così scrive: "... molti degli abi- tanti indigeni dei villaggi della Valle del Riso ed anche degli altri paesi della Valle Seriana di mezzo, tendono ad emigrare nella Francia e nella Australia; donde, dopo alcuni anni, ritorna- no ordinariamente con un bel gruzzolo di sterline, o di marenghi". Purtroppo non era così per tutti; quel "gruzzolo" tanti lo sognavano solamente ed al- cuni ritornavano, se almeno ci riuscivano, più poveri di prima. Amala pena riuscivano a guadagnarsi il biglietto per il viaggio di ritorno. Non erano in molti a far fortuna. Alcuni nostri emigranti avevano trovato anche uno stratagemma per spedire in Italia un po' di quell'oro trovato con tanto sudore. Lo inserivano tra suola e tacco delle scarpe che, con altri indumenti venivano poi spedite alle mogli. Sulla lettera accompagnatoria scrivevano "Tegn de cuni i scarpe" e questo era il messaggio che segnalava il piccolo tesoro in esse contenuto. E' ciò che faceva anche Angelo Zanotti di Corno (classe 1887), soprannominato "ol Rondel"; non ancora ventenne emigra in Australia e lavora come minatore. L'Australia sarà la sua seconda patria: la raggiunge infatti ben quattro volte in ventisei anni. Prova anche la Francia ma l'Australia è sempre la sua preferita. Si può dire che facesse quasi il "pendolare" per quel paese... e non c'erano aerei di linea come oggi. Emigranti gornesi nel Western Australia, seduto si riconosce Angelo Zanotti (anni '20)