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IL VIAGGIO DELLO ZINCO 35 Dal 1922 questa teleferica non venne più utilizzata in quanto per il trasporto si andò a realizzare un nuovo sistema; lo si rileva dalla "Rivista del servizio minera- rio" di quell'anno: "In prossimità della laveria [di Oneta] venne aperto un grande piano inclinato lungo 100 m. per collegare i forni stessi con il ribasso Riso per potere così, in unio- ne ad esso, sostituire la funicolare Bleichert nel trasporto dei minerali finiti alla carreggiabi- le per Ponte Nossti...". Questo piano inclinato venne chiamato "Rinascente", termine ancora in uso oggi. Dalla "Calamina", sempre a mezzo di carri trainati da cavalli, il minerale veniva trasportato a Bergamo e da qui raggiungeva su vagoni ferroviari il porto di Genova per essere spedito in Inghilterra. Il trasporto migliorò notevolmente con l'avvento del- la ferrovia in Valle Seriana; Ponte Nossa e Ponte Selva vennero collegate nell'anno 1885. In quel periodo non solo a Ponte Nossa esistevano forni di calcinazione ma an- che a Ponte Selva, dove veniva trattata la calamina cruda proveniente, a mezzo di una teleferica, dai cantieri del monte Trevasco Così nel 1906 viene descritto il trasporto su teleferiche dalle miniere della Valle del Riso nella rivista "Ars et Labor": "Dalla cima dei monti, dai fianchi, dai declivi si vedono al- te armature, strani castelli di legno, collegati fra loro da forti corde metalliche. Queste corde scavalcano coste, sorpassano burroni, sovrastano boschi, traversano alte nel deh la valle, e su esse scivolano rapidissimamente i carrelli pieni del minerale. Lo sviluppo dei trasporti aerei è una vera caratteristica di queste miniere. Tutti i materiali viaggiano per aria. Da ogni piazzale parte una linea, la quale si collega in stazioni centrali con altre che fanno capo alle Laverie ed ai Forni... lo spettacolo di quei pendali panierini di ferro, che, per la distanza, sembrano cestini da scolari e che scivolano con la velocità di quattro chilometri al minuto, è veramente interes- sante...". Il trasporto su teleferica è ben descritto anche in un articolo dedicato alle no- Stazione teleferica stre miniere e pubblicato sul giornale "L'Eco di Bergamo" il 17 dicembre 1953: "// mi- "Costa Jels - Laveria nerale, così come viene estratto dai fianchi della montagna, è avviato a mezzo di teleferiche, as- Riso" (1956) sorti viandanti delle deserte vìe del deh, alla sottostante la- veria e qui accuratamente lavato". Nel 1949 per i trasporti esterni erano funzionanti, nelle due sezioni minerarie di Corno e Oltre il Colle ben 31 teleferiche e 6.000 metri di binario a scartamen- to di cm. 60 per il transito di locomotori che trainava- no i vagoni. Per i trasporti interni nelle miniere erano in esercizio circa 26.300 metri di binario a scartamento di cm. 60 per il transito delle "carovane" di vagoni. Quasi tutte le teleferiche funzionanti avevano una ca- ratteristica comune e cioè erano automotrici, chiamate "va e vieni" a due carrelli, due funi portanti da mm. 22 ed una continua traente da mm. 15. La portata di ogni singolo carrello era di circa 280 Kg. La teleferica più lunga (non solo della zona ma del- la bergamasca), divisa in due tronchi, collegava le mi- niere di Oltre il Colle alla laveria di Riso: • 1° tronco: "Plassa a m.1.160 s.l.m. (Oltre il Colle) - Costa Jels a m.834 s.l.m (Corno)", lungo mi. 4.960 con un dislivello di m. 326 ed una portata di ton. 15/h. I vagonetti in arrivo in un'ora erano 54. Co- struito nel 1947 e collaudato nel 1948. Unico tronco con 27 tralicci (cavalietti) in legno a sostegno e 3 chiamati "passaggi a colmo" che permettono un passaggio dolce dei carrelli.
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