Page 17 - il viaggio dello zinco
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IL VIAGGIO DELLO ZINCO 15 zie all'amico Ventura, viene assunto dalla ditta "Gregorini", che in quel periodo gesti- sce una miniera di ferro nell'alta Val Seriana, in qualità di agente della società per quella miniera. Prende alloggio a Cromo nelle cui vicinanze ha la fortuna di trovare della blenda. Nel 1868 viene licenziato e nello stesso anno lo troviamo segretario co- munale ad Oneta. Essendo la blenda l'unico minerale che conosce va alla ricerca di alcuni campioni di questa nella Valle del Riso e con altro materiale che ritiene sterile li manda alla ditta Mo- digliani di Livorno per essere analizzati: questa li trova ottimi e quelli creduti sterili sono di autentica calamina; la ditta Modigliani si rivolge ad un ufficio di informazioni com- merciali di Genova per assumere notizie sulla viabilità, sulla topografia e geologia della Valle del Riso e sulla moralità dell'Epis. E' a questo punto che compare l'avvocato geno- vese Giacomo Sileoni che, per conto dei banchieri Mozzoni e Garnier, si accorda con l'E- pis per ottenere concessioni minerarie; queste però risultano richieste dall'avv. Sileoni e rilasciate solo allo stesso. La prima concessione risulta essere quella relativa alla miniera di "Costa Jels" nei comuni di Corno e Oneta; i confini della stessa furono delimitati nei giorni 12,13 e 14 otto- bre 1871 e vennero registrati all'ufficio mineralogico di Milano il 12 dicembre di quello stesso anno. Successiva- mente vengono ottenute le concessioni denominate "Crina, Golia e Spiazzi" e "Bellore" nei comuni di Cor- no e Premolo ed altre in comune di Oneta. Pur essendo i decreti di concessione intestati al solo avv. Sileoni le miniere vengono gestite dallo stesso e da Battista Epis. Per mancanza di capitali la ditta Epis/Si- leoni procede stentatamente nei lavori e spesso chiude i cantieri. Il minerale estratto viene venduto alla ditta inglese "Richardson", che gestisce l'impianto di calci- nazione alla "Calamina" di Ponte Nossa. Dopo il trat- tamento il minerale viene inviato alla fonderia di Swansea in Inghilterra. Questa società aiuta diverse volte la ditta Epis e Sileoni nel prosieguo dell'attività concedendole prestiti ed è in tal modo che alla fine fa- cilmente riesce ad entrare in possesso delle concessio- ni. Il Sileoni muore a Ponte Nossa nel 1874 e l'Epis (morirà povero nel 1912) si ritira; il Cantiere "Selvatici" 12 giugno di quell'anno viene rinnovata la concessione "Crina, Colla e Spiazzi" alla ne! ribasso RisofParina: il minatore usa vedova del Sileoni "quale rappresentante della figlia Artemisia" minorenne, alla quale l'aittopala(1972) passano per eredità tutte le concessioni minerarie, che nel 1877 cede alla ditta inglese "Richardson e Comp.", con sede a Ponte Nossa. Nel 1872 pure al gornese Giovanni Battista Telini viene concessa, con decreto del prefetto di Bergamo datato 26 febbraio 1872, l'autorizzazione alla "ricerca di minerale di zinco in comune di Corno". Quanto scritto lo conferma in parte anche Giovanni Rinaldi: [le miniere della Val del Riso] "Un vero sviluppo lo ebbero soltanto dopo il 1860, quando l'ing. Signorile, reggente l'ufficio montanistico di Bergamo, fece presente la possibilità di colti- vazione della nostra blenda; e più esattamente nel 1868, colle ricerche fatte nei comuni di Cor- no, Oneta e Oltre il Colle dall'avv. Sileoni, per incarico dei banchieri Mozzoni e Garnier, ai quali, falliti, si sostituì, nel 1870, l'inglese Richardson" .aì Lucio Fiorentini, nella documentata "Monografia della Provincia di Bergamo" (edi- ta nel 1888) fa accenni molto interessanti riguardo alle miniere della Valle del Riso: "Accanto a quella del ferro sorse di recente, e cioè nel 1868, nella provincia un'altra industria estrattiva di minerale, quella dello zinco. In detto anno infatti ricercandosi blenda sui monti 1:1 Giovanni Rinaldi "Le miniere del Bergamasco" edito nel 1940 dalle Edizioni Orobiche