Page 32 - il sentiero alto serio
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so"; questo calcare stratificato dal particolare colore, a differenza di quanto si vede in vai Brembana, ha uno spessore esiguo (massimo 10-12 metri) ed è molto fratturato cosicché, salvo uno sporadico tentativo di ricavarne delle lastre marmoree, è stato coltivato per farne graniglia rossa. I vuoti lasciati dagli scavi si notano distintamente risalire lungo il versante, da Ardesie verso Nord, mal celati dalla scarna vegetazione della Cornalta. Una breve visita alla chiesa di Marinoni permette di osservare un piccolo capolavoro artigianale: l'acquasantiera realizzata col raro marmo "nero assoluto" ("Calcare Me- tallifero Bergamasco") cavato molti anni fa in una limitata porzione della Cava della Madonna [17]. Salendo da Marinoni verso la Foppa e Bani, benché il Sentiero tagli una costa calca- rea, si incontrano diversi "massi erratici" di colore verde, quarzosi; si tratta di rocce vulcaniche della "Formazione di Collio" (Permiano, 270 milioni di anni) provenien- ti dall'area più settentrionale della Valle. La conca che si apre tra spalle calcaree ("Esino") ai piedi della frazione di Bani è riempita da depositi morenici dove abbondano i massi tondeggianti di rocce quarzose verdastre e rosse; la Cima di Bani che sovrasta l'abitato è interamente costituita da arenarie e conglomerati rossi (Verrucano Lombardo). Per la loro compattezza, blocchi di questa roccia sono stati usati per manufatti di discrete dimensioni, come vasche ed abbeveratoi; un esempio si ha nella fontana lungo la via Varisco, inserita in un muro di sostegno di recente costruzione. Allontanandosi da Bani in direzione NordEst il Sentiero corre per un tratto pianeg- giante verso una cappelletta ed una sella morfologica, dalla quale è possibile affac- ciarsi sulla vai Seriana ed osservare un panorama ricco di spunti geologici [18]. Ci si trova prossimi al cambio repentino di rocce dovuto alla presenza di quella stessa grossa faglia già incontrata, che la morfologia mette assai bene in evidenza; guardan- do verso NordEst si apprezza il netto stacco di forma del paesaggio e di colori lungo la valle dei Molini (Boario di Gromo): a Meridione la massa calcarea del monte Re- dondo, alquanto incombente, a Settentrione le colorazioni rossastre del Vigna Soliva. Verso Nord nella direzione del Sentiero spiccano le guglie ormai vicine dei Coren del Cucì, intagliate nella antica roccia vulcanica. Prima di lasciare la conca di Bani è opportuno notare una grossa dolina mascherata da un fitto cerchio di alberi appena a valle delle case di Varisco [19]; l'acqua che vi si raccoglie sbuca dopo un rapido percorso sotterraneo in una grossa sorgente, "La Moia", nella forra rocciosa tra il Ponte delle Seghe e il Ponte Nuovo, quasi all'altezza del Serio. Ancora una volta si può osservare che, come nel tratto tra Corno e Pre- molo, è la presenza di una grossa discontinuità strutturale (faglia) e di acqua a favo- rire lo sviluppo di forme carsiche accentuate. Infatti si noti che appena dopo i Bani, andando verso Novazza, si passa da calcari a rocce quarzose. Il percorso si innesta per un tratto lungo la strada di servizio della miniera di Novaz- za: l'intaglio stradale mette in luce un vasto campionario di rocce arenacee e vulcani- che della "Formazione di Collio". Sull'altro lato della valle le pareti calcaree del mon- te Redondo (localmente detto Cornalta) celano una delle più importanti grotte della Lombardia, il Bus di Tàcoi, alla quale si può accedere dalla frazione Boario di Gromo. L'incisione valliva ha messo in luce una grotta minore, parzialmente riempita da sedi- menti sabbiosi, il Buco di Cornalta, che si vede abbastanza bene a mezzacosta. Attraversando la vai Regone, le cui acque in parte provengono dal sottosuolo della soprastante miniera, si giunge all'abitato di Novazza. 31
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