Page 36 - il sentiero alto serio
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Il Sentiero poco dopo la Santella della Pietà (barbaramente.... restaurata) risale verso il Pradel, un terrazzino erboso che si affaccia sul centro di Gromo [21]; nel paesag- gio si riconoscono chiarissimi i segni del modellamento glaciale della valle. Ci si trova alla sommità del Coren del Cucì [5]. Le rocce sono costituite da conglomerati grosso- lani e brecce con ciottoli di quarzo e micascisti (Conglomerato Basale); si notano ve- ne bianche quarzose che spesso contengono minerali ferrosi bruni o nerastri: si trat- ta prevalentemente di siderite. Un rapido sguardo attorno permette di riconoscere i numerosi imbocchi delle antichissime miniere; nella massa rocciosa la coltivazione dei filoni metalliferi ha lasciato profonde voragini e cunicoli che giungono fin sotto l'abitato di Gromo [24]. Sul margine settentrionale del Pradel il Sentiero taglia alcune antiche discariche minerarie ormai completamente rimboschite, dove tuttavia si pos- sono trovare campioni di minerali di ferro, di rame e d'argento. Le rocce quarzose continuano ad essere presenti fino alla valle Regone (toponimo ricor- rente che indica valli torrentizie in genere interessate da molto materiale ghiaioso, da alluvioni e da frane); anche qui poco sopra il Sentiero sono presenti vecchi imbocchi di gallerie minerarie, ed infatti non è diffìcile trovare sul terreno ciottoli di quarzo con si- derite. Nuovamente una faglia segna il repentino passaggio verso Nord alle rocce mi- cascistose grigio argentee e, puntualmente, ecco comparire numerose sorgenti (loca- lità Burlandi), parte delle quali sono captate dagli acquedotti di Gromo. Lungo tutto il tratto che attraversa la Ripa di Gromo, da S.Maria alle Maschere ed ol- tre, verso Gandellino, il Sentiero si svolge su un potente deposito morenico, il più va- sto di questa parte dell'alto Serio; uno spessore di oltre quindici metri di terreno ar- gilloso e ciottoloso copre le rocce metamorfiche. I dolci pendii erbosi che caratterizza- no questo versante e che un tempo erano fitti di attività agricole, risorsa indispensa- bile per la vita di queste comunità, contrastano nettamente con le morfologie aspre circostanti. Essi mostrano i segni di un vasto e profondo dissesto: numerose depres- sioni, tipici rigonfiamenti, piccoli smottamenti e la presenza diffusa di acqua (Le Ma- schere) indicano infatti l'esistenza di un lento e inesorabile smottamento del terreno sul substrato roccioso. La franosità di questo tratto di versante seriano è in evidenza anche più a Nord attraversando la vai Fosca. Nel tratto tra Gandellino e Gromo S.Marino il Sentiero è tracciato entro le falde di de- triti che fanno da raccordo tra le pareti rocciose della parte superiore del versante ed il fondovalle; in essi, seppure coperti da un bel bosco, si riconoscono abbondanti i blocchi di rocce arenacee della "Formazione di Collio", mentre il substrato è ancora costituito da rocce metamorfiche. All'attraversamento della valle di Ceto, poco prima del ponte, si possono vedere piccole ma belle "marmitte dei giganti" scavate nella roc- cia metamorfica. Molto suggestivo è l'attraversamento della vai Grabiasca nel cui alveo abbondano i grossi massi tondeggianti che i ruscelli hannno scalzato dalle morene sui versanti; pri- ma dell'antico ponticello in pietra [25] una vena d'acqua sgorga dalla roccia fratturata. 2.4 - DA GROMO S. MARINO A SPIAZZI DI GROMO A Bondo di Gromo S.Marino ci si trova nel mezzo della piana alluvionale del Serio; in questo punto la valle è più larga del solito e nel suo profilo trasversale è evidente l'impronta del ghiacciaio quaternario. Mentre i versanti sono ancora immersi nell'om- bra umida della notte, verso Nord il primo sole del mattino illumina la cima del Re- dorta e la conca della valle dell'Aser (Brunone), mettendo in risalto il suo carattere di "valle pensile". 35