Page 23 - N.137 DICEMBRE 2010
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A CANTONI FESTA DELL'ADDOLORATA La festa dell'Addolorata è stata solennemente concelebrata da don momenti più bui e dolorosi. Il se- Vincenzo e don Matteo insieme a padre Bruno e padre Angelo, caris- greto della vita di Maria lo pos- simi sacerdoti del paese sempre legati e partecipi delle vicende e del siamo riassumere in tre parole "fi- cammino delle nostre comunità. darsi, abbandonarsi e rendere gra- zie". Si "fida", cioè crede alla pa- rola che le viene annunciata: "Sei l' amata, la prediletta di Dio". Quindi accetta la proposta di di- ventare la Madre del Figlio di Dio e si "abbandona" a Lui, ben sa- pendo di correre il rischio della la- pidazione, come succede ancora in tanti paesi musulmani alle ra- gazze trovate incinte fuori del ma- trimonio. Maria non si preoccupa, si fida e si abbandona: toccherà a Dio difenderla, poiché la proposta di una maternità così misteriosa è venuta da Lui. Questa storia d'a- more tra Dio e Lei non la può te- nere per sé e, di fretta, la va a rac- contare alla cugina Elisabetta. Qui esplode nel suo cantico di lode: "L'anima mia magnifica il Signore a Domenica 26 Settembre ha crollabile come una roccia che ha e il mio spirito esulta in Dio mio Lvisto la nostra comunità ri- le sue radici nel fondo del mare. Il Salvatore". Se tutto finisse qui sa- unita per celebrare la festa del- dolore è atroce, come solo una rebbe davvero una bella storia a l' Addolorata. È stato un bel mo- madre può sperimentare. Chi po- lieto fine, che ogni donna, ogni ra- mento in cui abbiamo potuto trà mai capire che cosa le è passato gazza vorrebbe vivere. Invece no! esprimere e celebrare la nostra nel cuore in quel momento tragico La fede che hai celebrato, va vis- fede. Non è sufficiente credere, bi- e crudele! Ma Lei non crolla, non suta nel quotidiano. E il quoti- sogna anche celebrare ciò che si maledice, non sviene, non urla. diano non è una bella favola, è crede: la fede non celebrata non è Che donna! duro. Lo è stato anche per Maria: vera fede. Così per un cristiano, la Mentre contemplavo la statua la nascita nella povertà di una frase che si sente spesso: "Io della Pietà, sormontata dalla grotta, la fuga in Egitto perché credo, ma non pratico", non ha Croce, mi chiedevo: "Quale è stato questo suo figlio, il Figlio dell'Al- senso. E che cosa abbiamo cele- il segreto della vita di Maria, quel tissimo, è ricercato: lo vogliono brato? Non semplicemente il do- segreto che può e deve diventare il uccidere! C'è una profezia di Si- lore di Maria sotto la Croce, ma il segreto della nostra stessa vita?" meone: "A te una spada trafiggerà suo modo di affrontare la vita, il Sì, perché celebrare vuol dire en- il cuore". Le prospettive non sono dolore e anche la morte. L' apo- trare nel mistero, diventarne parte rosee. Maria non comprende, ma stolo San Giovanni ci dice che così che possa colorare di gioia conserva tutte queste cose nel suo "Maria stava sotto la Croce". In- tutta la nostra vita anche nei suoi cuore. E continua a fidarsi di Dio! 23