Page 39 - In Val del Riso n. 160
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fnestre delle case della contrada e lungo il canale. Sempre sul bollettino parrocchiale del 1969 leggiamo:”Il canale sembra l’ansa di un golfo e le case tante imbarcazioni che vi hanno trovato rifugio. Nei “Pilacc” brilla la scritta “Viva San Rocco” e più in alto, come un faro, arde un gigantesco falò”. Un pino per la festività da tempo immemorabile è posato sulla cima della “Costa del Falò”, lo ricorda anche il bollettino “Fior di Monte” del 1959 dove si legge “…non è mancata nemmeno la “paghera” alla “Costa del Falò”. In un testamento del 25 marzo 1512 si fa menzione di una torre esistente a Riso“… fatto in Gorno, in contrada del Riso inferiore, sul solaio della Torre o camera da letto del testatore…”. Nella contrada di Riso esistevano tre mulini chiamati di “sopra” (o di “cima”), di “mezzo” (de “mes”) e di “sotto” (de “sota”). Tale esistenza è accertata nel ‘500; si suppone esistessero anche prima. In un atto notarile datato 8 luglio 1509 si legge “assegna a titolo di lode i seguenti beni: una casa in Gorno in località Riso confnante a occidente e a Nord con il mulino del Comune di Gorno…”; infatti i mulini erano di proprietà comunale che li affttava ai “mulinari” i quali dovevano sottostare ad “ordini” imposti dall’autorità del Comune. Sono i “mulinari” che nel 1874 a seguito della legge sulla “tassa sul macinato”, presentando al Comune dichiarazioni previste dalla legge stessa, confermano l’esistenza di tre mulini: “sotto Riso” (Giovanni Seghezzi), “di mezzo” (Giuseppe Perfetti) e “sul Musso” (Pietro Maringoni, soprannominato “Puncia”). Il “ponte per strada cavalcatoria che mette in comunicazione le due sponde del fume Riso in prossimità alla frazione omonima in Comune di Gorno” è accertata nel 1835, anche se la sua esistenza era sicuramente precedente, quando venne ripristinato perché danneggiato da una alluvione. Da quell’anno il ponte stesso venne ricostruito parzialmente o costruito “ex novo” per ben cinque volte e precisamente nel: 1888. 1893, 1929, 1951 e 1972. E’ impossibile descrivere la contrada senza ricordare l’importanza che ha avuto nel passato per l’attività mineraria. Nel 1917 era già funzionante la laveria e negli anni ’20 del secolo scorso presso la stessa esisteva un forno di calcinazione che nel 1938 era ancora in funzione. Di notevole importanza le gallerie Riso/Parina e Noble nelle vicinanze della località Turbina. Nella contrada esistevano due fontane: una bellissima in pietra locale senza lavatoio ed un’altra costruita in cemento e con il lavatoio e posto nella piazza; entrambe demolite agli inizi degli anni m’60 del secolo scorso. Per quanto riguarda l’etimologia del nome della contrada il parroco di Gorno don Gian Battista Ceruti in un suo manoscritto del 1858 così ricorda “Riso ha il suo nome dal fume che ivi scorre; quando bene non si voglia supporre che anticamente sui piani più regolari di quel torrente venisse qua e la coltivato il grano riso, specialmente ove fosse qualche tratto polveroso, togliendone anche alla corrente gli opportuni rigagnoli per l’inaffamento. La qual cosa non sembra tanto fuori di proposito o di probabilità, quanto sarebbe forse inspiegabile il dire che ivi al tempo del paganesimo vi fosse un tempietto sacro a Riso adorato, pare, qual Dio nella Tessaglia”. 39
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