Page 43 - N159 LUGLIO 2016
P. 43
casetta prefabbricata, e il costo (circa 1700 €). Il Signore ci mette alla prova ma ci manderà anche il sollievo. E soprattutto pregate per chi ha perso tutto: famiglia, casa, lavoro Un abbraccio e a risentirci presto M.Grazia” A quel punto, come gruppo missionario di Oneta, abbiamo pensato di attivarci per sostenere la realizzazione di una casetta e, il 2 giugno, ecco pronti i nostri tradizionali casoncelli, che hanno permesso di raccogliere 882 euro. Per raggiungere l’importo di 1700 euro, costo previsto per una casetta, abbiamo integrato con i fondi del gruppo. Naturalmente, per tutti coloro che lo desiderano, resta l’invito ad unirsi in uno sforzo di solidarietà verso chi davvero è in una situazione drammatica. A fne maggio avevamo chiesto a Sr. Maria Grazia di aggiornarci mandando qualcosa da pubblicare sul nostro giornalino, ecco il suo scritto col quale chiudiamo, augurando a tutti una serena estate. Sr. Maria Grazia a Chamanga distribuisce generi di prima necessità “Il nome di Dio é misericordia” anche nel terremoto” Dopo il terremoto del 16 aprile, che si é sentito forte in tutto l’Ecuador ma che ha prodotto effetti disastrosi sulla costa del Pacifco, tutti ci siamo sentiti terribilmente vulnerabili di fronte alla forza della natura. I quasi settecento morti, i quindicimila feriti, l’infnitá di case distrutte, i trentamila senzatetto ci hanno fatto vivere un’esperienza di dolore, di impotenza, di domande. A quasi un mese dal terremoto anch’io sono andata per otto giorni a dare una mano, a condividere la vita con i terremotati, a cercare di far sentire loro che non sono soli, che Dio é lí con loro e soffre con loro; che Lui si fa presente attraverso le tante persone che si sono mostrate solidali e che immediatamente, da ogni parte del Paese e da fuori, hanno inviato acqua, viveri, tende… Anch’io ero lá, a Chamanga, a vivere la loro stessa paura durante le fortissime repliche del 18 maggio, in cui ci sono stati nuovi crolli e molti altri feriti; ho visto bambini piangere, mamme svenire, papá con gli occhi sbarrati, colmi di preoccupazione e con la domanda: “come proteggo ora i miei fgli, la mia famiglia”? Stavamo tentando di vedere dove era giá possibile cominciare a ricostruire anche solo casette provvisorie di canna, ma abbiamo dovuto sospendere momentaneamente tutto e addirittura riubicare in un luogo piú sicuro il nostro accampamento di 50 famiglie. In effetti ci é stato confermato che la placca tettonica sotto terra non si é ancora assestata, per cui sono previste ancora nuove scosse molto intense. Il nostro progetto di aiutare con alcune casette rimane quindi in piedi, ma si dovrá aspettare forse due o tre mesi prima di realizzarlo per non “costruire sulla sabbia”. Ringrazio tutti coloro che in diversi modi stanno aiutandoci, ma soprattutto chiedo una preghiera speciale per tutta la nostra gente che, nonostante la grande prova che sta passando, non si lascia abbattere perché crede che “il nome di Dio é misericordia” anche per loro. Un abbraccio di cuore a tutti, M. Grazia Le casette provvisorie, già sperimentate in Cile dai Padri Gesuiti 43