Page 42 - N159 LUGLIO 2016
P. 42
pavimentazione e delle gronde ci sono altre ditte doppio… Se non è un miracolo questo? generose e altri volontari/benefattori, anche qui si Pur conoscendo una a una le ditte e i singoli benefattori, interviene con costi ridotti all’osso. i volontari per un giorno o per l’intero intervento e Nel retro dell’oratorio c’è un po’ di confusione…ecco chi ha sostenuto in diverse forme l’iniziativa, pur la ditta che mette, gratuitamente, delle fantastiche essendo coscienti che questi interventi hanno richiesto mensole. un consistente impegno economico per qualcuno, di Il tetto della cucina esterna è malmesso, i volontari lo lavoro per altri e di entrambi per altri ancora, non ribaltano e lo risistemano a nuovo. abbiamo citato i nomi di nessuno. Se c’è da fare pulizia … ecco una squadra di donne E’ stata una scelta, certi che chi ha donato l’ha fatto che provvede. con spirito di totale gratuita generosità e che, come Senza dimenticare chi sostiene le giornate di lavoro dice il Vangelo, “I loro nomi sono scritti in cielo”. dei volontari con merendine, caffè e anche qualche pranzetto. Insomma, in due mesi circa, di lavoro ne è A tutti loro, e a ciascuno in particolare, va il GRAZIE stato fatto tanto, tanto davvero! riconoscente dell’intera Comunità Parrocchiale di Oltre a quanto già detto come manodopera e materiali, Oneta. sono stati offerti 5.135 euro da diversi gruppi attraverso Siamo orgogliosi di voi e del fatto che abbiate iniziative pro oratorio; la Parrocchia ne ha poi permesso di rendere più sicuro e accogliente il nostro “anticipati” altri 4500 circa (che contiamo di riuscire oratorio, ormai ultima realtà di aggregazione rimasta a coprire almeno in parte con le prossime iniziative nel nostro paese. in oratorio), ma i lavori fatti valgono perlomeno il Di cuore, ancora GRAZIE !!! DALL’ECUADOR TERREmOTATO CI SCRIVE SUOR mARIA GRAZIA I numeri del disastro del recente terremoto in Ecuador sono passati per un giorno in televisione e sui giornali, poi sono scomparsi. Forse il mondo è grande e le disgrazie troppe! Ma le cose sono un po’ diverse quando toccano qualcuno che conosciamo e a cui siamo legati da affetto e obiet- tivi comuni. In Ecuador da ormai 30 anni ci sono le Piccole Apostole della Scuola Cristiana e in particolare Sr. Maria Grazia. Appena successo il terremoto ci ha rassicurati che lei stava bene, ma ci ha anche detto che il disastro era di gravi proporzioni. La sua mail di aprile diceva: “Carissimi amici, so che in tutto il mondo (e quindi anche da voi) si sta parlando del terribile terremoto che ha colpito l’Ecuador il passato 16 aprile. Noi, grazie a Dio, solo abbiamo preso un bello spavento e non ab- biamo avuto conseguenze. Purtroppo invece per i nostri fratelli della costa, specie delle provincie di Manabì ed Esmeraldas, è una vera tragedia, con centinaia di vittime (fnora se ne sono trovate poco più di seicento, ma sono almeno 130 i dispersi) e migliaia di case rase al suolo. “Dolore infnito” così è il titolo di prima pagina di un settimanale nazionale che è uscito ieri e che ben descrive ciò che si sta sentendo qui, anche se manteniamo viva la certezza che Dio è con noi e la sua misericordia è eterna. (….) Come Vita Consacrata ci siamo riuniti per vedere che cosa possiamo fare insieme, participeremo anche noi Piccole Apostole: equipe itineranti che, a turno saranno presenti nei campi di rifugio per animare spiritual- mente e psicologicamente i danneggiati; apriremo le nostre case nelle zone non toccate dal sisma perchè ser- vano da rifugio-riposo per volontari e consacrati che si stanno spendendo senza sosta nei campi e che sono molto provati... E poi vogliamo canalizzare gli aiuti economici che ci potrebbero giungere per regalare caset- te di legno, provvisorie e che possono durare almeno 7 anni, mentre si cerca di riavere qualcosa di solido e stabile. È un progetto dei gesuiti, iniziato in Cile e già realizzato in tante occasioni anche qui in Ecuador per le persone povere e senza casa, specialmente nelle zone calde della costa. Ci è sembrato il cammino più fattibile e quindi lo rilancio anche a voi, se per caso state pensando in cosa potete fare per aiutare questa povera gente, già provata da sempre e quest’anno anche dal “fenomeno del niño”. Sarebbe meraviglioso che si potesse dare la possibilità di riavere a tutti i più di 26.000 senza tetto una casetta che anche se piccola e modesta, aiuterebbe a mantenere unito il nucleo familiare e ad evitare tutti i disagi e i pericoli propri di una convivenza forzata in campi di più di 5.000 persone. Provate a pensarci e fatemi sapere. Vi allego l’immagine di come sarebbe la 42