Page 46 - N°7 luglio 1979
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anche la curiosità di tutti i presenti che, in di- pirsi e spartire quel poco di «grande» gioia e sparte, commentano sull'abilità dell'offerta e piacere, effimero anche, ma che si ripete e si rin- del reale valore della mercé in ballottaggio. nova continuamente esaltando le doti di umiltà Anche le Omelìe (i prediche) sono ferme da e di comunicazione tra il popolo e le difficoltà chissà quanto tempo, solo che sono «calde», nel che lo travaglia e, che questo comunicare lo si senso che, il «predicatore», si accalora nel suo ritrova immancabilmente nei giorni feriali alle discorso e quello che intende dire e far capire lo ore tre e mezzo del mattino quando le donne fa con foga, con vocaboli semplici, con discorsi (bambine di dodici anni comprese) s'incammi- piani, alla mano, ma penetranti. Finita la messa nano per recarsi al lavoro al cotonificio di Ponte si esce dal tempio per rientrare un quarto d'ora Nossa o sui piazzali della miniera come cernitri- dopo per assistere al Vespro (dottrina) dopo di ce (taisina) dove ci si trova a risentire lo strasci- che, terminato il tutto, la massa di gente esce e co degli zoccoli e il vociare allegro e felice, tra- sparisce sciamando un po' in tutte le direzioni boccante di vita euforico, nella prospettiva del per rientrare a casa dove le nonne, le mamme, le misero ma sicuro guadagno. Il recarsi al lavoro spose, hanno preparato il pranzo costituito da è una grande mèta raggiunta e questo raggiunge polenta e molto poco companatico, il quale l'apice delle aspirazioni, e lo comunica e commi- pranzo viene divorato dal nucleo familiare che, sura, in parte, nel cantare (alle ore tre e mezzo riunito in circolo attorno alla «padella», vi in- del mattino) gruppetto a gruppetto a secondo tinge, boccone alla volta, la polenta appallotto- dove si abita, come per dire Ila gente che ancora lata tenuta in mano. Nel pomeriggio fioriscono dorme; io vado a lavorare, e sono tanto felice. un po' ovunque i canti dei gruppi, specialmente E si canta, si canta ripetendo le canzoni della di ragazze, che si formano qua e la poco fuori domenica o altre che in quell'occasione non so- dell'abitato o sotto un «portico». Al canto di un no state cantate. Sono canzoni popolari, ovvia- ^gruppo fa eco creilo del gruppo situato in un al- mente, ma piene di significato, ispirate alla du- tro luogo, come in una tacita gara e, il contenu- rezza della vita e dei doveri impellenti, le quali to di un motivo poco comune o il motivo (aria) canzoni vengono raccolte dal vento che le tra- stesso della canzone cantata, costituisce motivo sporta lontano, spingendole anche nelle miriadi di saperne di più o di essere più bravi degli altri, di imbocchi delle gallerie della locale miniera per cui si è sempre alla ricerca di canzoni inedite che ìi inghiottiscono misteriosamente, forse, per da contrapporre al gruppo rivale. Così tra una affidarle poi, come «iniezione» di sollievo alla canzone un po' patetica magari, come «La Le- fatica ed al pericolo, ai minatori che vi entrano na» e un'altra un po' contestatrice come «la si spavaldi al mattino ma che non sono certi di taglia i suoi biondi capelli» si trascorre il pome- uscirne indenni la sera, avvolti nel volto da una riggio domenicale in tutta letizia, in compagnia, maschera di polvere, celandogli l'espressione ti- a contatto con gli altri, e, anche se tra «òna can- pica del carattere forte ma è capace di raccoglie- tàda» e l'altra si snocciolano alcuni pettegolezzi, re il lato buffo e ironico delle spicciole cose di in modo che i fatti privati, le malattie, le piccole tutti i giorni. Oppure, quelle canzoni, si perdo- beghe, i fatti gioiosi e felici come le nascite, gli no tra le pieghe delle nubi o si posano sui fiori sposalizi, le «compere» di qualche indumento degli alberi e dei prati confondendosi, fonden- fuori dell'usuale, diventano dominio della con- dosi, con il loro profumo gentile, con la loro trada come minimo, questi piccoli, ingenui, non semplicità immacolata, ingenuamente, come la ascrivibili pettegolzzi svaniscono nel nulla allor gioia cadida di chi, quelle canzoni le ha cantate. che il gruppo opposto termina la canzone nella Di quei tempi sono rimaste poche cose ora-* quale ha dato tutta la sua bravura. Allora oc- mai. Il vivere insieme se n'è andato portandosi corre dare subito risposta ed intonare una can- con sé alcune di quelle canzoni e anche qualcuna zone possibilmente più impegnativa, intesa nel- di quelle persone che le canzoni le ha cantate. l'arco della scala musicale, oppure di un altro Gli zoccoli, e gli scarponi, (indossati con del fie- genere, forestiera, appresa dagli emigranti o dal- no e un pezzo di iuta al posto dei calzini) chio- le compagne al «Prua» (De Angeli Prua). Così si dati rimangono un ricordo, e, solo per chi li trascorre il giorno di festa, cosi sì conosce la hanno indossati e fatto uso, strascicati, vissuti, grande gioia di stare insieme, di comunicare, ca- provocando, con lo strascicarli nell'andare e XLVI
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