Page 43 - N°12 dicembre 1979
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CHIGNOLO Carissimi compaesani Tornando, per le solite vacanze, torno an- ch'io al mio nido: torno per respirare ancora una beccata d'aria dei nostri monti, quell'aria che mi ha fatto crescere sano, tanto sano, che tredici anni di Africa con peripezie di ogni gene- re non hanno ancora intaccato. Ma qual è l'impressione che mi colpisce ogni volta che torno, e che si accentua sempre di più? A parte il fatto che la gente è diminuita, a parte il fatto che gli uomini, ingranati dalla ruota dei turni di .lavoro, o sono fuori paese o sono a ri- posare, ho l'impressione di entrare in un condo- minio cittadino, dove nessuno più si conosce; tutti sentono, tutti vedono, tutti sono pronti so- lo a criticare: qualcuno sta sulla porta socchiusa ad aspettarmi, per invitarmi ad entrare in casa sua; sembra che abbia paura di alzare anche la voce, non vuole farsi vedere. L'unico luogo do- ve c'è una certa vita sociale è l'osteria, dopo un bicchiere si dicono tante cose inutili. Dov'è la vita sociale di Chignolo? Pazienza i vecchi, ma voi giovani, voi, ragazze che società state co- struendo? Durante la settimana siete tutti occu- pati, ma al sabato, alla domenica non avete mai tempo libero? Voi, come in tutto il mondo, cri- ticate i vecchi, avete ragione! Ma vi chiedo cosa portate voi di nuovo se non avete un dialogo sempre aperto? Perché non organizzate mai una cena di lavoro, una serata, un assemblea anche con i vecchi, in cui discutere serenamente dei punti prefissi e ben preparati? Ricevendo questo bollettino e sentendo le vo- stre critiche, quante volte ho desiderato portarvi tutti nella mia Missione, per ampliare i vostri orizzonti, per farvi uscire dal mondo troppo pic- cino in cui vivete. Qua devo ringraziare il gruppo sportivo di Chignolo per l'ultima busta che mi ha donato, come ringrazio tutti quei giovani della Valle del Riso che nel Natale del 1977 mi hanno inviato una discreta somma, con la quale ho potuto ter- minare tre scuole elementari. Vi ringrazio con P. Giuseppe con il capo di un villaggio. tutto il cuore, ma non fermatevi solo a questo, XLIII