Page 15 - 1982 N.10 OTTOBRE
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Prospettive per un progetto Pastorale nella Comunità Ecclesiale Dopo la parentesi estiva e un periodo di orien- cioè nel nostro tempo e nel nostro mondo, illumi- tamento per me che sono il nuovo parroco, sento nando tutto con la luce della sua parola. impellente il dovere di metterrni in contatto e con- 3°) Non si tratterà soltanto di fare cose buone, vocare tutti i miei parrocchiani per «cercare assie- ma quelle cose buone di cui «hanno bisogno i no- me» e «programmare» una pastorale ecclesiale, stri fratelli», perchè diano una risposta a Dio e al- che ci illuminerà sul cammino da compiere nei la loro vocazione. prossimi anni. 4°) Non dovremo perdere di vista il nostro obiet- Si tratta di sapere «che cosa fare» e «come far- tivo, che è il raggiungimento anche personale del- lo» nella nostra vita di chiesa. Certamente l'obiet- la pienezza comunitaria del rapporto con Dio e tivo e la meta sono chiari e solenni: costruire in con gli altri. mezzo a noi e nel mondo, una comunità fraterna 5°) Chiamare a «fila» tutto il popolo di Dio, non di credenti in Dio, una comunità di amore tra noi solamente un gruppo o un settore. Tutti devono e tutti gli uomini. sentirsi utili, nessuno escluso, a meno che uno si Cioè una comunità fondata: a) su Dio nostro tiri indietro per volontà sua. Padre che ci ama, b) su noi che siamo tutti fratelli 6°) Non è questione di fare degli adepti ma di e ci aiutiamo e comprendiamo, c) sui beni della «convertirci e convertire», perchè ogni uomo fac- terra che sono di tutti e per tutti. cia liberamente la sua scelta di DIO. Siccome l'obiettivo è molto alto e praticamente 7°) Il servizio pastorale si realizza attraverso la inesauribile nell'arco della nostra vita, non potre- parola, la liturgia, la fraternità e l'orazione. Non mo far altro che fare del cammino, dare dei passi, dovremo prescindere dai mezzi di comunicazione però tutti dobbiamo sentirei responsabili e impe- sociale, dalla religiosità popolare ecc .. gnati. 8°) La pastorale esige pianificazione, analisi delle Per sapere che cosa fare e come fare dovremo strutture, metodi e revisioni. per prima cosa analizzare la realtà, cioè vedere as- 9°) Essere convinti che ogni momento storico che sieme come si presenta la nostra parrocchia, la viviamo è «momento di salvezza» e deve essere nostra comunità, come vive la vita di popolo di vissuto nell'attuazione e celebrazione festosa, Dio, quali sono i suoi valori, le cose belle, i difetti poichè Dio «è presente per salvarci». e le mancanze. In secondo luogo dovremo programmare il no- stro lavoro, per tappe, lungo l'arco di alcuni an- I GRUPPI ni, fissando delle mete e delle «idee-forza». Però tutto faremo tutti insieme: giovani, Azio- Per raggiungere il nostro fine, dovremo aver ne Cattolica, famiglie, anziani e tutto il popolo di presente specialmente il «come fare», cioè il pro- Dio. blema del metodo. Non dobbiamo aver paura Ascolteremo e impegneremo tutti, tenendo pre- perchè il Signore ci accompagnerà, se staremo senti alcune affermazioni importanti che ci po- uniti a Lui e in «ascolto» di Lui. tranno illuminare. . Del resto la nostra pastorale è anche una ricer- 0 l ) La pastorale è prima di tutto un atto di fede in ca e una scoperta è fare un cammino, segnare del- Dio, perchè è Lui che dà la grazia, e muove tutto. le tracce. . . Sarà sempre necessario scoprire i segni della sua Io propongo fin da ora la ereazione di alcuni presenza nella storia. gruppi. Non è tutto qui il «come fare», ma può 2 °) La pastorale deve partire dalla lettura dei se- essere un punto di partenza. Forse non riuscire- gni della presenza di Dio in mezzo a noi, cioè che mo a creare nessun gruppo, però il mio parere cosa ci fa capire e ci dice il Signore «qui e ora» personale in questo senso è questo. Tutto si farà xv
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