Villaggio minerario di Campello (Gorno)
Miniere di Gorno
Villaggio minerario di Campello
Fra Gorno e Oneta, in posizione più vicina al secondo che al primo, nei primi anni del secolo, sorse un nuovo agglomerato di case, sede della ditta Crown Spelter. Fino ad allora, stando ad una delibera comunale del 26 agosto 1904 “non vi abitava che una famiglia, che aveva domicilio ad Oneta e saltuariamente anche quella. Ora però – continua il documento consiliare – […] la località di cui si tratta va’ prendendo una notevole importanza, stante ché vi è fissata la sede della ditta Crown Spelter coi relativi Uffici d’Amministrazione… .
Durante gli anni seguenti il numero delle case aumentò, ospitando le famiglie degli impiegati e dei dipendenti non originari del luogo. Fu costruito un edificio in stile inglese, con verande e saloni, denominato comunemente ‘il palazzo nel quale risiedette dapprima il direttore delle miniere e in seguito furono ospitati i capi servizio e gli impiegati senza famiglia.
Il luogo aveva una sua atmosfera suggestiva, fiancheggiato da un giardino, circondato da vialetti ghiaiosi che si raggiungevano (e si raggiungono tuttora anche se l’insieme ha perso buona parte del suo fascino) salendo una scalinata dagli ampi gradini. Le terrazze erbose, ricavate nei prati scoscesi, erano delimitati da glicini dal profumo denso. Per la gente del posto aveva probabilmente un’attrattiva fiabesca, anche perché riservata a persone che provenivano, a cavallo dei due secoli, dall’estero e poi dal Veneto, dalla Toscana e dalla Sardegna, dalle regioni cioè che avendo istituti industriali d’indirizzo minerario, oppu- re essendo sedi d’altre miniere, fornivano personale dirigente o di medio livello. Basta solo scorrere i nomi contenuti negli ordini di servizio e nei documenti delle ditte che si sono succedute negli anni per rendersi conto di questo fatto: Steidler, Zaj,. Horvell, Noble, Chenet, Toffolon, De Colò, Donati, Billi, Patt, Stefani, Franz, Sembianti, Atzori, Muscheri, Balbusso…
Sul minuscolo abitato, dominava una villa che divenne la residenza del direttore, anch’essa di stile vagamente inglese, che negli anni Settanta venne progressivamente abbandonata, ma che agli abitanti di Oneta e Gorno aveva dovuto sembrare una reggia.
Fonte dal libro : “C’era solo la miniera”
Miniere e minatori della Valle del Riso di Giorgio Schena