Suor Giuseppina
Suor Giuseppina, Al secolo Marina Dal Canton, apparteneva alle “Figlie della Sapienza”, congregazione religiosa di origine francese. Nata a Belluno nel 1892, giunse a Gorno all’età di 27 anni, nel lontano 1919. Arrivò a sera inoltrata: dopo essere giunta in treno a Ponte Nossa, un traballante calessino che l’avrebbe dovuta portare a Gorno si sfasciò a metà strada e la suora dovette proseguire a piedi nel buio e nelle strade deserte sino a raggiungere il convento delle suore della sua congregazione. Avrebbe voluto fare la missionaria, ma la madre generale le aveva detto: “ la tua missione è a Gorno”. E lo sarebbe stata per davvero. Maestra d’asilo, insegnò per molti anni ai bambini, per poi vederli giovani e adulti. Tante generazioni di gornesi passarono dai suoi insegnamenti. Ma il senso della missione la fece prodigare anche in molte altre attività: l’animazione delle compagnie teatrali femminile e maschile e dei saggi per bambini e ragazzi, l’assistenza a poveri ed ammalati, il catechismo festivo, la preparazione dei bimbi alla prima comunione. Nel 1959 fu festeggiata per il quarantesimo a Gorno ed in quell’occasione l’Amministrazione comunale la insignì di una medaglia d’oro. Nel 1966 a Monte di Nese ricevette dal Consiglio di Valle il premio “Fedeli alla montagna” per “la sua opera di educatrice in favore dei bambini.” In quell’anno, il 15 settembre, dopo ben 47 anni di permanenza Suor Giuseppina lasciò Gorno per Menaggio, dove morì il 17 settembre 1982. Venne sepolta nel cimitero di Gorno; infatti nel 1969 l’Amministrazione comunale le aveva concesso la cittadinanza onoraria quale “piccola ricompensa di quanto ha fatto nel suo operare quotidiano per la nostra comunità di Gorno”. Nell’immagine Suor Giuseppina (la “suorina” come veniva affettuosamente chiamata) accompagna i bimbi dell’asilo, in divisa, in occasione di due funerali nel 1953 e nel 1956. Sino alla metà degli anni sessanta del secolo scorso era infatti consuetudine portare i bimbi dell’asilo alle processioni religiose ed ai funerali, accompagnati dalla loro maestraArticolo di Amerigo Baccanelli
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