Lingotto di zinco purissimo
Miniere di Gorno
6) Ecco nella foto il prodotto finito ricavato dal nostro sottosuolo.
Un pane di zinco di 25 Kg circa,in questo caso la purezza è del 99,97% ma poteva raggiungere il 99,99%.
Il consumo di energia elettrica totale comprendente tutte le fasi di calcinazione, arrostimento, trattamenti umidi,elettrolisi, fusione catodi, comprese le perdite di trasformazione non ha superato i 4,5 KW/h di energia elettrica per 1 Kg di metallo
La produzione nello stabilimento, situato all’ingresso della nostra valle è terminata nell’agosto del 1986.
Curiosità
lana filosofica:
Il bianco di zinco era conosciuto con il nome di lana filosofica e rimase una curiosità scientifica fino a quando nel 1800 Gustavo Moreau lo utilizzò al posto del bianco di piombo.
Si otteneva facendo fondere dello zinco fino all’ebollizione; i vapori che si liberavano nell’aria si trasformavano in fiocchi bianchi lanuginosi che venivano poi raccolti
LO ZINCO NEL PASSATO
Leghe di zinco sono state usate per secoli: l’ottone è senza dubbio la più antica, e si ritrovano manufatti in tale lega in Palestina a partire dal 1000 al 1400 AC. Oggetti di zinco puro all’87% sono stati rinvenuti nella Transilvania preistorica.
A causa del basso punto di ebollizione e della reattività chimica di questo metallo, (lo zinco puro tende ad evaporare piuttosto che a raccogliersi in forma liquida) la vera natura metallica di questo elemento non fu riconosciuta dagli antichi.
La fabbricazione dell’ottone era nota ai Romani (vedi anche damnati ad metalla) circa fin dal 30 DC, con una tecnica che prevedeva il riscaldamento di rame e calamina in un crogiuolo, il calore riduceva gli ossidi di zinco della calamina, e lo zinco libero veniva catturato dal rame, formando l’ottone, che veniva poi colato in stampi o forgiato.
L’estrazione e l’uso di forme impure di zinco era praticato già nel 1000 AC in Cina e in India; per la fine del XIV secolo gli indù erano a conoscenza dell’esistenza dello zinco come metallo a sé stante, diverso dai sette metalli noti agli antichi. In Occidente la scoperta dello zinco puro metallico pare sia dovuta al tedesco Andreas Marggraf, nel 1746, sebbene l’intera storia presenti dei lati romanzati. Descrizioni di come ottenere ottone sono trovate in Europa occidentale negli scritti di Alberto Magno (1248 circa), ed entro il XVI secolo, la conoscenza e l’uso del nuovo metallo si diffuse ampiamente. Nel 1546 Agricola osservò che nei forni dove si erano fusi dei pani di metallo si condensava sulle pareti un metallo bianco, che si poteva recuperare grattandolo via; nelle sue note aggiunse che un metallo del tutto simile, chiamato zincum, si preparava in Slesia
Paracelso, (morto nel 1541) fu il primo in occidente a notare che lo zincum era in realtà un nuovo metallo e che aveva un insieme di proprietà chimiche separate da quelle degli altri metalli noti.
Il succo della questione è che quindi lo zinco era già noto quando Marggraf fece la sua scoperta, e infatti lo zinco era già stato isolato due anni prima da un altro chimico, Anton Von Swab, tuttavia, la qualità e la metodica precisione dei suoi esaustivi resoconti fu tale da cementare la sua fama come scopritore dello zinco.Prima della scoperta della tecnica della flottazione del solfuro di zinco, la calamina era la principale sorgente di zinco metallico; con il nome di “calamine” erano designati dai nostri minatori, (come i minatori tedeschi che usavano il termine galmei) indistintamente i silicati e i carbonati di zinco (Emimorfite Zn4Si2O7(OH)2.H2O, Smithsonite ZnCO3, Idrozincite Zn5(CO3)2(OH), anche se dal punto di vista scientifico con il termine calamina era identificato soltanto il silicato di zinco (Emimorfite).
I minerali dopo l’essicazione all’aria per la separazione della ganga, venivano sottoposti a spezzatura con susseguente lavaggio per portare via i solfuri, quindi avveniva la calcinazione per togliere l’anidride carbonica dalla smitsonite e l’acqua dalla emimorfite. Il semilavorato così ottenuto era utilizzato per ricavarvi lo zinco. I processi che generalmente questi minerali subivano per ricavarvi lo zinco in uso nell’ottocento potevano essere di tre tipi a seconda dello stabilimento che li trattava: il processo belga; il processo slesiano,(Polonia) e quello inglese.