Forni a Tino
Miniere di Gorno
Nella foto le mura sopra le quali erano posizionati i forni a tino.
I forni a tino erano impiegati pei minerali in roccia ed in pezzi di grossezza superiore a 30 mm.
In essi il combustibile viene mescolato al minerale nella proporzione del 5%. Adoprando carbone inglese a 10% di cenere questa resta nel minerale calcinato e ne aumenta la proporzione dello sterile di 0,625 per cento.
Per i minerali ricchi ciò non reca grave inconveniente e d’altra parte questo sistema di calcinazione è il più economico.
In altre miniere si adopra come combustibile la carbonella la quale dovrebbe avere un piccolissimo tenore di cenere e cosi evitare l’inconveniente sopra citato; ma anche questa a causa dei trasporti e delle manipolazioni giunge sempre ad avere un tenore assai elevato di cenere.
Uno spesso massiccio di muratura contiene 5 forni a tino di forma a cono rovesciato, il cui diametro inferiore è 2 m quello superiore 2,60 m. e l’altezza totale 8 m, dei quali 6 m di tino vero e proprio.
All’orifizio inferiore si trovano delle barre di ferro, muovendo le quali cade la calamina calcinata, e così la carica discende nel tino e quindi si colma dall’alto con un nuovo strato di calamina greggia e carbone.
La calamina soggiorna nel forno 3 giorni ed ogni giorno si ricavano da un forno 10 tonnellate di calamina calcinata.
La calamina quale vien prodotta dalla miniera è un miscuglio di Smitsonite vera e propria e Calaumina, cioè di carbonato e silicato di zinco.
Calcinando il minerale si scaccia l’acido carbonico e l’acqua dì cristallizzazione che rappresentano circa l/4 del peso delle calumine greggie e quindi si arricchisce in proporzione il tenore in zinco dì esse onde renderle commerciabili.
Cosi una calamina greggia avente il tenore di 34 a 35% di zinco, dopo la calcinazione giungerà ad avere un tenore di circa 45-46%. tenore richiesto perché il minerale sia commerciabile.
La calcinazione richiede una temperatura di 1000°.
A seconda del materiale da sottoporre alla calcinazione si adoprano dei forni a tino, dei forni rotativi o dei riverberi.
(tratto da un vecchio documento)
In Val del Riso N°6 Giugno 1982
Vedi anche:
Come era il Forno a Fondo Ripa