Miniere di Gorno
Miniera Casa Conti
La concessione occupava una zona allungata per 3,5 Km in direzione Est-Ovest e larga 1 Km da Nord a Sud. Confinava a Nord-Est e a Est con il paese di Nossa, a Sud era delimitata da una retta congiungente l’affluente del torrente Nossa con la Chiesa esistente a Nord-Ovest di Villassio: il confine scendeva poi fino alla località Riso, seguiva un tratto di torrente per risalire la Valletta dei Crappi a tornare a Nossa con un andamento parallelo al confine meridionale. Scoperta ed avuta in concessione da un certo Milesi nel 1883, rimase inattiva fino al 1889 quando la concessione fu revocata e venduta dal Demanio ad Angelo Beretta che la affittò alla Vieille Montagne ad un tanto per tonnellata. La Società belga acquistò la miniera nel 1898. I lavori si svilupparono a partire dalle estremità orientali ed occidentali della concessione. Milesi cominciò gli scavi nella parte orientale con il cantiere Casa Conti e il ribasso Casa Conti con vari altri pozzetti e gallerie nella Valle dei Crappi. I lavori furono sospesi dal 1896 al 1898 e, dati i risultati poco soddisfacenti, si iniziarono le ricerche nella parte centrale della concessione con il cantiere Val Bonina. Nella parte orientale, sopra la Val Nossana, fu aperta la galleria Pietra Remona (m 740 s.l.m.) e, nel 1908, il ribasso Piazza Rossa. In seguito il lavoro di estrazione continuò con un buon ritmo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale periodo in cui iniziarono grosse difficoltà che proseguirono fino agli anni 1922 1923. Nel 1925 riprese l’attività estrattiva e di ricerca: vennero riaperti i lavori nelle gallerie di ribasso Pietra Remona, Casa Conti e Piazza Rossa.
Nella zona ovest rientrarono in fun- zione i cantieri di Val Crappi e venne iniziato quello di Val Bona. Furono costruiti tre telefori automotori per una lunghezza totale di 1065 metri.
All’interno delle gallerie erano in funzione 1630 metri di binario decauville. La produzione conti- nuò fino alla grande crisi del ’29-’30, periodo in cui rimase in funzione solo il ribasso Noble da poco iniziato. Dal 1936 al ’37 proseguì l’avanzamento del ribasso Noble. Nel ’38, oltre a questo, furono ripresi i lavori nella Valle dei Crappi nei cantieri Donna (quota 640 m), Ceruti (quota 615 m) e Faustino (quota 599 m) con il ritrovamento di piccole quantità di blenda con galena. In seguito i lavori di coltivazione procedettero saltuariamente fino al 1941 e con una certa continuità per il resto degli anni ’40. In particolare si ricordano i lavori di prosecuzione del ribasso Noble (1944- 1945). Nel 1946 rimase inattiva; in seguito si svolsero lavori di ricerca e dal 1953 seguì la sorte delle altre miniere di zinco della Val Seriana.
Inquadramento geologico Miniere Belloro, Casa Conti e Grina Golla Splazzi
Queste due miniere sono state aperte nelle mineralizzazioni facenti parte della colonna Belloro.
Tale colonna presenta uno straordinario sviluppo in lunghezza (anche 1000 m.), una larghezza di 25-30 m. e una potenza che raggiunge gli 8 m.. In questa zona la formazione triassica risulta essere pressoché completa ed è interessata da una copertura più o meno spessa di Raibliano. n Metallifero, che qui presenta uno spessore medio di circa 70 m., affiora assai estesamente formando vasti “brucioni”.
Nella colonna Belloro si possono riconoscere tre orizzonti mineralizzati, di cui due stratoconcor- danti, uno discordante impostato su una faglia con direzione N-S.
L’orizzonte di letto si è sviluppato attorno alla tufite la e risulta essere formato da tre o, a volte. Da quattro strati mineralizzati a blenda, separati da strati sterili. n secondo orizzonte mineralizzato ha interessato la zona alta del Metallifero, pochi metri sotto la tufite 2. n terzo orizzonte mineralizzato è legato alla faglia Belloro, che presenta un rigetto variabile da alcune decine di metri a 19 metri lungo il livello Pietra Remona. Inoltre, nella zona in cui è presente la tufite l a, il Metallifero è interessato da una serie di faglie vicarianti con la faglia sopra descritta, che risultano essere mineralizzate. Anche queste mineralizzazioni sono poste sul lato E di una anticlinale parallela a quella di Monte Trevasco, ma spostata più a occidente.
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