Centrale Val Rogno

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MINIERE DI GORNO

Centrale idroelettrica Val Rogno.

Dalla rivista del servizio minerario del 1912

Rispetto, intanto, all’esterno della miniera Riso, è da menzionare l’ultimazione del nuovo impianto idroelettrico, già accennato nel precedente rapporto, che, se di limitata importanza, per la forza ottenibile, è, tuttavia, molto interessante pel complesso di particolari difficili e costosi richiesti, sia nei riguardi della produzione dell’energia, sia in quelli della sua utilizzazione, tornando ad onore del direttore tecnico della miniera, ing. Zay, che lo progettò ed eseguì.
La derivazione si effettua dalla sponda sinistra del torrente Riso, immediatamente a valle della sua confluenza col torrente Musso. Le opere di presa comprendono una diga, costruita in muratura di getto, della lunghezza di m. 70 circa, avente la massima altezza di m. 6, in corrispondenza all’alveo del torrente, con una larghezza di m. 8, alla base e di m. 1.20 al ciglio, nonché una serie di vasche di deposito e di decantazione (le acque contengono sabbie e fango, provenienti dalla Laveria Riso) ed un poz¬zetto di carico.
Da quest’ultimo, parte un sifone metallico, del diametro interno di mm. 560 e della Iunghezza di m. 300, che convoglia le acque, nel quantitativo di litri 300 al 1″, ad un altro pozzetto, posto nella località « Fondo Ripa di Gorno ». Il sifone, la cui perdita di carico è di m. 1.40, si rese necessario per le accidentalità del terreno e per l’esistenza di case e strade, che non potevano essere attraversate da un canale.
Dal secondo pozzetto, parte il canale di carico, lungo m. 1 356, e costituito da tubi di cemento, del diametro interno di mm. 700, che sono, accuratamente, connessi, in modo da rendere impossibile qualunque perdita, mentre sono collocati, per la maggior parte, a mezza costa e, soltanto, in piccola parte interrati.
In prossimità della valle « Rogno » trovasi un terzo pozzetto di carico, dal quale parte la condotta forzata, del diametro interno di mm. 550 e della lunghezza di m. 105, che porta l’acqua ad una turbina, con salto utile di m. 48.50. La turbina a reazione, in camera forzata, metallica, con aspirazione di m. 4. 50  è della ditta A. Calzoni di Bologna, la quale costruì, pure, l’ultimo regolatore, a pressione d’olio, di cui la turbina stessa è fornita.
Questa è, poi, direttamente, accoppiata ad un alternatore trifase delle « Officine meccaniche di Rivarolo Ligure », che ha la potenza di 120 KW, colla tensione di 2000 volts e 50 periodi.
L’energia elettrica è trasportata sino all’imbocco della galleria Riso, su di un percorso di circa km.3, a mezzo di una linea area, a tre fili, entra nella detta galleria per un cavo trifase, sospeso alla volta, percorrendo, quindi, il sotterraneo, lungo quasi km. 2, ed esce, poi, dal sotterraneo medesimo, seguendo il pozzo Zay, presso il quale avviene la trasformazione da 2000 a 230 volts.
L’energia sviluppata dall’impianto,all’alternatore è di circa 140 HP. Essa ha permesso di adibire la centrale già esistente di Valnoseda (80 HP) al servizio esclusivo della miniera e della illuminazione, destinandosi alla laveria Riso una parte della nuova forza, mentre l’altra rimarrà a disposizione della minierae della nuova laveria, che è in progetto, nel trattamento dei materiali poveri, provenienti dalla laveria Riso.

Distretto di Milano.

CENTRALI IDROELETTRICHE PER USO MINIERA

Per soddisfare i bisogni di energia elettrica legati all’attività mineraria, furono richieste in tempi successivi alcune concessioni di derivazione d’acqua. La prima domanda venne fatta nel 1893 e l’ultima nel 1929. Un centrale costruita dalla Crown Spelter fu la centrale Val Rogno, di cui oggi resta il fabbricato ad uso ristorante all’inizio della Val del Riso nella località Centrale, che ne ha preso il nome.

A seguito delle istanze favorevolmente accolte, la “Vieille Montagne” allora proprietaria della miniera, costruì due impianti di modesta potenza denominati rispettivamente “Cavrera” e “Costone poi dedicata a Luigi Noble”, quest’ultimo impianto ubicato presso il Ponte del Costone in territorio di Casnigo.

La prima centrale denominata Cavrera venne realizzata accanto all’omonimo ponte della Cavrera, è possibile tuttora osservare i resti dell’edificio in completa rovina, sull’antico percorso per Chignolo, provvista di una dinamo ma senza alternatore, capace quindi di produrre energia elettrica solo in corrente continua.

Successivamente, nel 1925 la centrale venne spostata all’interno del ribasso Riso in una camera sotterranea, a 1300 mt. Dall’imbocco principale, dotata questa volta di due turbine delle Costruzioni Meccaniche Riva, e due alternatori della Tecnomasio capaci di sviluppare rispettivamente 160 KVA e 130 KVA in corrente alternata.
Le acque turbinate della centrale Cavrera vennero canalizzate fino alla galleria denominata Maometto, realizzata nel 1930 per portare l’acqua alla centrale del Costone, La quale era dotata di 3 generatori da 500 kw/h cadauno.

Vennero così soddisfatte allora le totali esigenze della miniera consentendo di fornire anche l’illuminazione ai paesi di Gorno, Oneta. Una parete della sala dove sono collocate le turbine venne affrescata con una certa efficacia da un pittore dilettante di Casnigo del quale si è perduto il nome.
Nel 1949 la societa’ S.A.P.E.Z., incaricava il geologo Ardito Desio per lo studio di fattibilità di un invaso da realizzare in Val Noseda; il parere tecnico fu positivo ma non fu dato seguito al progetto.

In Val del riso N°11 Dicembre 1995

(foto tratta da “il viaggio dello zinco ” di Amerigo Baccanelli)